lunedì 5 ottobre 2009

FILM

LE   RECENSIONI  * * *   di Elena Flauto

    

BASTARDI SENZA GLORIA 
“TARANTINO superstar e delizia per i cinefili”

Si può ancora fare grande cinema? Tarantino con 'Bastardi senza gloria' dimostra che in un mercato che non ha più spazio per grandi autori, come David Lynch , c'è posto per registi che amano il cinema e i suoi classici e si divertono a produrre storie ed immagini intelligenti.
Sono rimasti in pochi: i fratelli Coen, Clint Eastwood, George Clooney...

'Bastardi senza gloria' inizia con l'epica di un western alla John Ford, ha la tensione di un western di Sergio Leone e diventa un film di guerra alla Sturges. Il gran finale che si svolge in un cinema , ha la potenza delle immagini eccessive di Brian de Palma e mentre Scarface spara dalla balconata, l'immagine di Carrie brucia sullo schermo. Come De Palma , Tarantino mette in scena la nostalgia di un cinema che non c'è più e personaggi che hanno alle spalle più cinema che vita.

Diventa custode dell'immaginario filmico e costruisce un universo di citazioni dichiarate (Brad Pitt che cita Brando nel Padrino - Una sporca dozzina che di primo impatto ricorda I soliti ignoti ....).
Si fa vero cinema anche con la scelta dell'abito giusto ( quello di raso rosso di Shosanna) e con un cast eccezionale (Christoph Waltz , il Tim Roth austriaco). Si fa vero cinema perchè si è Tarantino , e si ha l'abilità straordinaria di mescolare la tensione con l'ironia di dialoghi unici e riconoscibili , come suoi.Si fa vero cinema oggi esaltando i cinefili ma anche i giovani amanti della dinamica dell'azione dei blockbuster. Si fa vero cinema mettendo in scena un finale liberatorio per tutti.

E speriamo che la risata del fantasma di Shosanna, che si eleva dallo schermo in fiamme , sia di buon auspicio per chi ama il vero cinema. (Elena Flauto)


TRAILER -"Bastardi Senza Gloria"- video disponibile in basso sulla destra.

giovedì 24 settembre 2009

Martin Landau in visita alla The Actor’s Academy Milano




lo studente Adamo Panessidi e Martin Landau

“L'ATTORE DAI 1000 VOLTI”

Ciao  Ragazzi!

 Approfitto dell’opportunità che si presenta in questo nostro spazio per illustrare il  corso,  da me tenuto,  alla     The Actor's Academy Milano.
Indispensabile per chi vuole affrontare il difficile mestiere dell'attore.



L'ATTORE DAI 1000 VOLTI” è il titolo che ho dato ai miei incontri con gli studenti dell'Academy. Lo spunto è il rinomato libro del grande studioso di mitologia Joseph Capbell : L'eroe dai mille volti.
Siamo tutti EROI nel nostro viaggio di trasformazione e di sviluppo psicologico ed è sempre EROE il/la protagonista di una storia/film.



Cosa affrontiamo quindi in queste ore insieme?

1) Lo studio degli ARCHETIPI che contribuiscono alla formazione del personaggio e che popolano il mondo della narrazione.
I 12 Archetipi , ovvero i modelli comportamentali innati , che studieremo , ci aiutano a comprendere la psicologia individuale di ogni personaggio. Quale è il suo compito, cosa lo spinge ad agire in un determinato modo, di cosa ha paura , quale è il dono che l'archetipo gli fa per crescere o quale parte ombra dell'archetipo lo sta dominando e gli crea dipendenze. Ogni Archetipo infatti si manifesta con precise caratteristiche; studieremo per ciascuno dei 12 Archetipi le diverse sfaccettature che lo compongono, attraverso una pluralità di prove attoriali straordinarie, all'interno dei migliori film degli ultimi anni.
In termini psicologici l'Eroe rappresenta l'IO che ricerca la propria IDENTITA' e affronta le proprie PAURE . Questo è chiamato:

2) IL VIAGGIO DELL'EROE ovvero il paradigma narrativo sul quale Hollywood costruisce le sue storie.
Così attraverso la visione di interi film , analizzeremo il viaggio di grandi personaggi , interpretati da premi Oscar, come JODIE FOSTER in " Il silenzio degli innocenti " , o JACK NICOLSON in " Qualcuno volò sul nido del cuculo".
E in parallelo studieremo:

3)  I 3 CERCHI DI COSTRUZIONE DEL PERSONAGGIO ovvero i cerchi di conflitto interni ed esterni che muovono storia e personaggio.
Perchè, come ci insegna il grande guru di Hollywood, ROBERT MC KEE : " Non c'è storia senza conflitto. " e " Un personaggio è un'opera d'arte, la metafora della natura umana."
Dopo quesi incontri, che considero preziosi per approfondire delle tematiche universali , particolarmente utili al " mestiere dell'attore ", faremo una interessante passeggiata attraverso:

4) La STORIA DEL CINEMA ITALIANO negli anni '60
per conoscere i grandi registi italiani che hanno cambiato il modo di fare il cinema e gli attori in stato di grazia che popolavano gli anni d'oro del nostro cinema .
..... e chiuderemo in bellezza con :

5) Il CINEMA USA - dai RIBELLI DELL'ACTOR'S STUDIO ai BLOCKBUSTER della NUOVA HOLLYWOOD.
Un viaggio dagli anni '50 agli anni '70, il decennio che sconvolse il cinema americano.
Come potete vedere ci sono veramente tanti temi da approfondire, ma soprattutto TANTI ATTORI e TANTI MERAVIGLIOSI FILM DA VEDERE INSIEME!!!


( Elena Flauto )

martedì 22 settembre 2009

Vi racconto di una scuola …



Alcuni di noi hanno cominciato questo percorso fin dall’inizio, studiando con tutti gli insegnanti e avendo modo, quindi, di poter contribuire alla nascita e alla crescita di questa accademia.
Dentro queste mura abbiamo pianto, riso, urlato, scoperto ogni singola parte di noi stessi, smussato i nostri difetti. Ci siamo messi in gioco totalmente perché non basta solo recitare per essere spontanei.
Ogni insegnante ci ha trasmesso e insegnato questo mestiere con umiltà e pazienza, passione e dedizione, nonostante provenissero tutti da grandi scuole. L’esperienza vissuta qui dentro non può essere spiegata in quattro righe. Noi siamo una piccola famiglia che divide un grande sogno, che alcuni di noi hanno già cominciato a vivere sul grande schermo con “L’Ultimo Ultras” il film in cui hanno preso parte otto di noi , di cui due in qualità di co-protagonisti.


Durante i provini di ammissione i docenti ci hanno spiegato che la the Actor’s Academy Milano è una scuola totalmente indipendente, una stella nascente che non ha niente a che fare con altre famose scuole. Tutti gli insegnanti americani, però, provengono dalle più ambite e prestigiose accademie di fama internazionale.. come dimenticare i momenti vissuti con Ron Gilbert, Gloria Gifford, Anthony Caldarella, Al Bonadies, Peter Flood e Clare Fields!  Come non ricordare Rae Allen, che è stata nominata a due Tony Awards e vincitrice di uno… e Robert Machray, attore con più di 150 spettacoli teatrali.. e poi Sabrina Bertaccini con i suoi 17 anni di esperienza teatrale e televisiva a Los Angeles, e ancora David Callahan che ci ha portato dalla Russia l’insegnamento di Stanislavsky. Per non parlare dell’ultimo arrivato.. discepolo di Larry Moss: il grande Michael Rodgers, attore di teatro e di film e tv, che ti ha fatto amare i grandi autori. Senza poi dimenticare l’inestimabile contributo delle insegnanti italiane Emiliana Perina ed Elena Flauto…
Persone che non hanno bisogno di presentazioni, basta cliccare su Google per capire la loro esperienza … e il commento può essere solo: “Chapeau”!

Tutti loro ci hanno permesso di continuare questa meravigliosa avventura rendendo il mondo della recitazione ancora più vero ed unico…

Per fare avverare questo nostro grande sogno sicuramente, dobbiamo lavorare sodo. Continuare a studiare. Amare la grande scrittura e comprenderla fino in fondo. Aprire la mente. Conoscere diverse culture. Sentirsi a proprio agio. Cercare delle opportunità anche fuori dall’Italia. Ma soprattutto abbiamo sempre bisogno di questa grande famiglia, di questi incredibili insegnanti perché con loro abbiamo toccato le corde necessarie per svolgere questo mestiere e questo meraviglioso sogno che si chiama *recitazione*.  E questo, non vuole essere solo un ringraziamento del cuore… ma una richiesta: “continuate a stare così al nostro fianco e lasciateci ancora sognare”. ( Adri )






martedì 15 settembre 2009

L' AUDIZIONE





Autunno –2009 - Concitati, entusiasti, siamo nella location- studio in attesa dei candidati alle audizioni dell’anno accademico. Tutti ci diamo molto da fare per rendere il posto accogliente.. chi sistema il materiale illustrativo, chi controlla l’ordine degli appuntamenti, gli insegnanti, in attesa dei candidati, si scambiano impressioni su esperienze professionali, tra una ricetta e l’altra. Arriva il turno della prima candidata. Una ragazza spagnola. Bella faccia … speriamo sia anche brava. E l’iberica lo è. Non delude le aspettative. E’ stata presa ed è raggiante, la fanciulla. Continua a ringraziare come se avessimo fatto noi il provino al posto suo, ma l’unica artefice della sua bravura è stato solo il suo impegno! Poi ne arriva un altro, e un altro ancora …
In un angolo c’è un tipo, un giornalista. Pur di scrivere il suo articolo sulla nostra scuola è disposto a sottoporsi personalmente al provino. Bèh, divertente! Vediamo cosa succede…
È arrivato quì dal sito : www.actorsacdemymilano.com. La sua prima domanda al telefono, prima dell’audizione era stata: “ Il monologo e la poesia si possono leggere? “A leggere sono capace tutti “ -gli era stato risposto con un tono dolcemente ironico- “ ma noi qui siamo in cerca di talenti …”.

Siamo tutti molto curiosi. Ed ecco che sale sul palco. Esce tutta la commissione. Il momento ha di solennità. Il ‘candidato-giornalista’ (porta un monologo tratto da Apocalypse Now) prende dalla tasca due arachidi, perché Brando sgranocchia, mentre sillaba la sua visione delirante e lucida del mondo. Si muove piano, parte bene, le facce della commissione passano dal leggero stupore alla pura attenzione. Forse tutti ci aspettavamo una pantomima e invece per tre minuti sembra quasi il vero Brando. Arriva fino in fondo al suo monologo con la chiusa: “Willard, lei fa questo per me!”. I precedenti candidati avevano recitato un frammento tratto da “Le Iene”di Tarantino, con un risultato vittorioso, tanto da ricevere, da una delle insegnanti, l’appuntamento per un provino da Zelig. Ma questo ‘candidato-giornalista’ ha fatto scrosciare l’applauso! E’ a questo punto che mi incuriosisco, per onor di cronaca e scambio di ruoli, ora sono io ad intervistare lui: “Vorremo conoscere i tuoi pensieri e le emozioni a caldo“
- “Racconta…“ - gli dico - “ Cosa hai provato e pensato quando eri sul palco? E cos a ti ha spinto fino a questo punto? “ -
“Sono stati il mio ego smisurato, insieme alla mia naturale insicurezza che mi costringe sempre alla prova, che non hanno resistito alla tentazione!”- Risponde sorridendo- “Mi sono infiltrato anche per unire l’utile al dilettevole. Quando poi è toccato a me, però, avevo le mani sudatissime. Il giorno del mio matrimonio ero cento volte più rilassato…! Allora ho fatto leva sulle mie motivazioni: avventura, full immersion, vincere il mio panico da pubblico … Ora mi sento leggero, non ci credo, anche l’applauso!
A questo punto ne voglio sapere di più: “E cosa ti porterai via da questa esperienza?”
“Ho imparato tanto in pochi minuti … ho scoperto che avere uno sguardo da puntare aiuta la memoria … carica il file e procura l’emozione, che non sapevo e non avevo mai provato. Non ho pianto, perché Brando non piange, non ho cambiato tono, perché Brando non lo fa. Ho mangiato le due noccioline, anche se mi stavano procurando un raspino nel momento migliore. Non importa se il docente ricordava un passaggio che parla di un mucchio di piccole braccia – immagine dell’orrore – punta visiva del monologo. L’unica che ho dimenticato. Forse l’ho fatto per non dover piangere … comunque, devo dire, ora sono fiero di me. ( Ginevra D.)



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Intervista a Michael E. Rodgers

Intervista a Michael E. Rodgers

di Rita Di Bella

Michael E. Rodgers (Whitburn, 1969) attore, insegnante e coach di origine scozzese vive a Los Angeles per più di venti anni. Il suo maestro, Larry Moss, è lo stesso che ha guidato agli Oscar attori quali: Leonardo Di Caprio, in “The Aviator”(nominato all’Oscar), Blood Diamond; Hilary Swank (vincitrice Oscar) in “Boys Don’t Cry” e “Million Dollar Baby”; Emilia Earhart Helen Hunt (vincitrice Oscar) in “As Good As It Gets”; Michael Clarke Duncan in “The Green Mile” (nominato all’Oscar) e Philip Seymour Hoffman in “Capote”. Michael Rodgers ha studiato con il maestro di dialetti e accenti Robert Easton. Ha recitato in teatro, televisione e cinema con 17 accenti di nazionalità diversa. "La sua passione è contagiosa e la conoscenza che ha del mestiere è enorme". Questo è quanto dicono di lui i suoi allievi.


Biondino, scompigliato, sguardo appassionato e fiero, Michael E. Rodgers non è la riluttante star del cinema come Hollywood ci ha abituati a vedere. L’ascendente che esercita sulle persone che lo incontrano è davvero disarmante. Un leader, oltre ad essere un bravo attore, che ha scoperto recentemente la passione per l’insegnamento, proprio grazie all’azione ormonale che esercita l’acting dentro di lui… Tra i suoi lavori più interessanti: “Gia” in cui lavora insieme ad Angelina Jolie; “Il Triangolo delle Bermuda” un film di Craig R. Baxley, con Eric Stoltz, Catherine Bell, Sam Neill; “Thomas” con Alec Baldwin e Peter Fonda; “Autofocus” con Willem DaFoe; “The Patriot” con Mel Gibson. Incontriamo Michael a Milano, è sportivo, un po’ abbronzato. Quando ti guarda hai quasi l’impressione che sia lui ad intervistare te. Forse perché è ancora più curioso di noi …

Cosa motiva uno scozzese ad andare a Los Angeles ?

Adoro il mio Paese, ma sono letteralmente scappato via dalla Scozia perché ho capito che se fossi rimasto lì avrei perso molto … ero motivato dal bisogno di viaggiare conoscere il mondo fare le mie esperienze. Quindi sono andato in America ed ho conosciuto una signora che lavorava in una compagnia teatrale con Marlon Brando ed Elia Kazan. Ho incontrato Zina Provendie che teneva dei Corsi di Acting e fu proprio questa donna a cambiare la mia vita. Adesso sono io che voglio cambiare quella degli altri!

Lei ha avuto molti ruoli in film americani di successo. Ma la Hollywood bacchettona vuole attori sempre più preparati e che provengono dalle scuole di cinema. Come ha fatto lei. Ci racconta com'è cominciata la sua avventura?

Sono arrivato a Los Angeles nel 1989, in quel periodo Margaret Thatcher era Primo Ministro e la vita della classe operaia era davvero difficile, come per tutti noi ragazzi con dei sogni da realizzare. Avevo amici a Los Angeles, quindi ho pensavo di trascorrere lì sei settimane. Sei settimane che sono diventate sei anni, poi sedici anni, poi venti.

3) Come si è trovato sui vari set sparsi nel mondo?

Quando lavori non è importante il luogo dove ti trovi. Tutti hanno lo stesso obiettivo: realizzare il film. Poi dipende dal team per il quale lavori se questa esperienza può risultare ardua o tutto può andare liscio come l’olio. Per fare un film di successo occorrono: tanta attesa, ore di preparazione e un buon budget economico.

4) E' molto impegnativo passare da un ruolo all'altro?

La cosa grande e misteriosa della recitazione consiste nell’interpretazione del ruolo. Significa essere ogni volta un nuovo personaggio. Cercare il suo carattere, il modo in cui si muove, come parla e si comporta. Per questo occorrono ore di preparazione e di costruzione, perché ogni persona su questo pianeta è ‘unica’.

5) Fra i tanti registi hollywoodiani o italiani con quale le piacerebbe lavorare?

Se fosse ancora in vita avrei voluto recitare per Luchino Visconti. Però ammiro molto anche Giuseppe Tornatore, Marco Tullio Giordana e tra gli stranieri, Jane Campion e Ang Lee.

6) Cos’è un’artista per lei?

E’ quella persona che cerca la verità e la riflette nel suo significato più elevato.

7) Che parte ha la sua esperienza di vita sul lavoro?

Quando Stanislavskj ha creato il “Metodo” ha realizzato una tabella con tutti i componenti della tecnica di recitazione e nel centro ha scritto la parola ‘Self ‘, che significa “Te Stesso”. Per dire che tutto comincia da te, ma poi devi metterti da parte per poter costruire l’architettura del personaggio che stai interpretando.

8) In Italia perché?

Sedici anni fa ho fatto lo spettacolo “Uno Sguardo Dal Ponte” alla scuola di Lee Strasberg è da lì che ho avuto il primo rapporto con l’Italia, la Sicilia e la lingua. Sono arrivato la prima volta in vacanza a casa di amici che sono per me una seconda famiglia, tanto che avevo persino pensato di chiamarmi Michael Conti Rodgers, in onore dell’affetto che ho ricevuto da loro. Chissà se non lo farò un giorno …

9) Cosa ha portato Michael a diventare un insegnante di recitazione?

Ad un certo punto la vita ti chiama a dare anche qualcosa agli altri. Molti insegnanti americani delle scuole fondatrici del famoso Metodo, quali, Stella Adler, Actor’s Studio, Lee Strasberg, Sanford Maisner, ci hanno lasciati o sono ormai anziani. I giovani non sono così dedicati alla tecnica, che invece a me piace molto e per la quale non ho ancora perso quella curiosità e passione iniziale. Quindi ho cominciato ad aiutare i miei amici attori, preparandoli per le audizioni. Avendo poi ottenuto le parti che desideravano, hanno cominciato tutti a chiedermi di fare loro da coach. Una mia collega, Sabrina Bertaccini Baker, mi ha chiesto di venire ad insegnare a Milano per portare in Italia questa tecnica innovativa di recitazione. Ed eccomi qui.

10) Quali sono, per un attore, le regole che si devono conoscere prima di presentarsi a un provino?

Devi imparare la scena e le battute, fare delle scelte originali ma allo stesso tempo restare aperti e spontanei a quanto chiede il regista.

11) Cosa pensa che necessiti di più ai suoi studenti di acting?

I miei studenti sono dei beginners. Sto lavorando per farli entrare nel loro mondo interiore. Hanno già un senso attoriale fisico e vocale ma gli manca la tecnica. Faccio in modo di farli tornare nelle loro esperienze di vita vissuta, affiancata all’immaginazione, per trovare il ‘mondo’ del personaggio che devono interpretare. Recitare non significa imparare solo la battuta ma trovare l’intenzione della stessa in relazione alla vita del personaggio.

12) Un consiglio ai giovani attori italiani.

“ Effort “ suggerisce Elia Kazan, che significa “Impegno”, questo è quello di cui hai bisogno nell’interpretazione di una scena. Ed io aggiungo, trova quello che ti piace fare e fallo come lo farebbe Ercole.

13) Cosa la gratifica di più? L’attore o l’insegnante?

Mi gratificano entrambi. Come attore posso vivere molte vite e molte emozioni. Come insegnante sono orgoglioso della velocità con cui i miei studenti apprendono. Nello stesso tempo anch’io imparo molto da loro.

14) Qual’ è il significato della sua vita?

Una costante crescita interiore. Una volta qualcuno mi ha chiesto se il successo mi avrebbe cambiato, trasformandomi in un’altra persona. Quello che penso è che la vita stessa è un viaggio, fatto di cambiamenti costanti.

15) … E il suo sogno reale?

Il mio sogno? Morire felice e non avere nessun rimpianto nella vita.





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