martedì 15 settembre 2009

L' AUDIZIONE





Autunno –2009 - Concitati, entusiasti, siamo nella location- studio in attesa dei candidati alle audizioni dell’anno accademico. Tutti ci diamo molto da fare per rendere il posto accogliente.. chi sistema il materiale illustrativo, chi controlla l’ordine degli appuntamenti, gli insegnanti, in attesa dei candidati, si scambiano impressioni su esperienze professionali, tra una ricetta e l’altra. Arriva il turno della prima candidata. Una ragazza spagnola. Bella faccia … speriamo sia anche brava. E l’iberica lo è. Non delude le aspettative. E’ stata presa ed è raggiante, la fanciulla. Continua a ringraziare come se avessimo fatto noi il provino al posto suo, ma l’unica artefice della sua bravura è stato solo il suo impegno! Poi ne arriva un altro, e un altro ancora …
In un angolo c’è un tipo, un giornalista. Pur di scrivere il suo articolo sulla nostra scuola è disposto a sottoporsi personalmente al provino. Bèh, divertente! Vediamo cosa succede…
È arrivato quì dal sito : www.actorsacdemymilano.com. La sua prima domanda al telefono, prima dell’audizione era stata: “ Il monologo e la poesia si possono leggere? “A leggere sono capace tutti “ -gli era stato risposto con un tono dolcemente ironico- “ ma noi qui siamo in cerca di talenti …”.

Siamo tutti molto curiosi. Ed ecco che sale sul palco. Esce tutta la commissione. Il momento ha di solennità. Il ‘candidato-giornalista’ (porta un monologo tratto da Apocalypse Now) prende dalla tasca due arachidi, perché Brando sgranocchia, mentre sillaba la sua visione delirante e lucida del mondo. Si muove piano, parte bene, le facce della commissione passano dal leggero stupore alla pura attenzione. Forse tutti ci aspettavamo una pantomima e invece per tre minuti sembra quasi il vero Brando. Arriva fino in fondo al suo monologo con la chiusa: “Willard, lei fa questo per me!”. I precedenti candidati avevano recitato un frammento tratto da “Le Iene”di Tarantino, con un risultato vittorioso, tanto da ricevere, da una delle insegnanti, l’appuntamento per un provino da Zelig. Ma questo ‘candidato-giornalista’ ha fatto scrosciare l’applauso! E’ a questo punto che mi incuriosisco, per onor di cronaca e scambio di ruoli, ora sono io ad intervistare lui: “Vorremo conoscere i tuoi pensieri e le emozioni a caldo“
- “Racconta…“ - gli dico - “ Cosa hai provato e pensato quando eri sul palco? E cos a ti ha spinto fino a questo punto? “ -
“Sono stati il mio ego smisurato, insieme alla mia naturale insicurezza che mi costringe sempre alla prova, che non hanno resistito alla tentazione!”- Risponde sorridendo- “Mi sono infiltrato anche per unire l’utile al dilettevole. Quando poi è toccato a me, però, avevo le mani sudatissime. Il giorno del mio matrimonio ero cento volte più rilassato…! Allora ho fatto leva sulle mie motivazioni: avventura, full immersion, vincere il mio panico da pubblico … Ora mi sento leggero, non ci credo, anche l’applauso!
A questo punto ne voglio sapere di più: “E cosa ti porterai via da questa esperienza?”
“Ho imparato tanto in pochi minuti … ho scoperto che avere uno sguardo da puntare aiuta la memoria … carica il file e procura l’emozione, che non sapevo e non avevo mai provato. Non ho pianto, perché Brando non piange, non ho cambiato tono, perché Brando non lo fa. Ho mangiato le due noccioline, anche se mi stavano procurando un raspino nel momento migliore. Non importa se il docente ricordava un passaggio che parla di un mucchio di piccole braccia – immagine dell’orrore – punta visiva del monologo. L’unica che ho dimenticato. Forse l’ho fatto per non dover piangere … comunque, devo dire, ora sono fiero di me. ( Ginevra D.)



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